I miracoli di Gesù

(013)

Paralitico guarito nella casa di Pietro (64.5)
(Calato dal tetto)

"Maestro" grida Pietro di fra la calca, "qui vi sono i malati. Due possono attendere che Tu esca, ma questo è pigiato fra la folla e poi... non può più stare. E passare non possiamo. Lo rimando?"
"No. Calatelo dal tetto."
"Dici bene. Lo facciamo subito."
Si sente scalpicciare sul tetto basso dello stanzone che, non essendo vera parte della casa, non ha sopra la terrazza cementata, ma solo un tettuccio di fascine coperte da scaglie simili a lavagna. Non so che pietra fosse. Si forma un'apertura, e a mezzo di corde viene calata la barellina su cui è l'infermo. Viene proprio calata davanti a Gesù. La gente si aggruppa più ancora per vedere.
"Hai avuto gran fede e con te chi ti ha portato."
"Oh! Signore! Come non averla in Te?"
"Orbene, Io ti dico: figlio (l'uomo è molto giovane), ti sono rimessi tutti i tuoi peccati."
L'uomo lo guarda piangendo... forse resta un poco male perchè sperava guarire nel corpo. I farisei e dottori bisbigliano fra loro arricciando il naso, fronte e bocca con sdegno.
"Perchè mormorate, più ancor nel cuore che sul labbro? Secondo voi è più facile dire al paralitico: <Ti sono rimessi i tuoi peccati>, oppure <Alzati, prendi i lettuccio e cammina>? Voi pensate che solo Dio può rimettere i peccati. Ma non sapete rispondere quale è la più grande cosa, perchè costui, perduto in tutto il corpo, ha speso sostanza senza poter essere sanato. Non lo può se non da Dio. Or perchè sappiate che tutto Io posso, perchè sappiate che il Figlio dell'uomo ha potere sulla carne e sull'anima, sulla terra e nel Cielo, Io dico a costui: < Alzati. Prendi il tuo letto e cammina. Va' a casa tua e sii santo>."
L'uomo ha una scossa, un grido, si alza in piedi, si getta ai piedi di Gesù, li bacia e li carezza, piange e ride e con lui i parenti e la folla, che poi si divide per farlo passare come in trionfo e lo segue festante. La folla, non i cinque astiosi che se ne vanno tronfi e duri come pioli.